Bregliozzi e Pellegrini: opportunità da cogliere
In ogni squadra che si rispetti, anche in quelle che puntano in alto e che cercano il risultato immediato, c’è un occhio di riguardo per la pianificazione e dunque per il futuro. È questo il senso di un organico dove trovano spazio giovani che possono essere utili oggi ma anche domani. Tra loro c’è il palleggiatore Dario Bregliozzi, nato il 22 febbraio 1992, che in questa stagione si è ritagliato diversi spazi: «La stagione non è iniziata proprio come volevamo e ancora ne stiamo pagando le conseguenze, Grottazzolina è davanti, ma come si dice, la speranza è l’ultima a morire. Per me è il primo anno che mi affaccio in campionato nazionale, quando ho deciso di far parte di questa società ero consapevole che avrei giocato molto di meno rispetto gli anni precedenti. È come se fossi tornato a scuola solo che questa è di pallavolo, poi se hai Mario Scappaticcio come ‘insegnante’ di cose da imparare ce ne sono veramente tante, ogni volta che ti alleni. Ho sempre sognato di vincere qualcosa a livello nazionale e ci sono riuscito con la coppa, ogni volta che torno a casa e vedo quella medaglia appesa al muro penso “non ci posso credere, sono campione d’Italia”». Non da meno è il libero Simone Pellegrini, nato il 4 dicembre 1997, che con questa esperienza è sicuramente cresciuto: «L’atmosfera intorno a noi è ottima e tutti fanno sempre il massimo per farci sentire a nostro agio, soprattutto ai meno esperti come me che per la prima volta si trovano ad affrontare un campionato di questo livello. Sono venuto a Chiusi con l’idea di migliorarmi, sapendo comunque che avrei giocato poco, ma molto entusiasta di partecipare a questo fantastico progetto. Uno degli obiettivi di squadra l’abbiamo raggiunto a pieni voti, ovvero la vittoria della Coppa Italia in casa davanti ai nostri tifosi. Certe emozioni sono difficili da descrivere, penso che per capirle l’unico modo è provarle, e io ho avuto questa fortuna. Per quanto riguarda il campionato, non si può mai dire l’ultima parola».